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BNI Art
                                                       PERUGIA
                                                                                            a cura di Simona Santarelli
                                     IL CIBO NELL’ARTE




                                            Chi  non  ricorda  sin  dalle  ele-  E per noi fruitori queste opere
                                            mentari  quella  figura  maschi-    d’arte  poi  diventano  anche  un
                                            le    rappresentata     attraver-   documento  storico  che  ci  per-
                                            so  una  composizione  di  frutti  mette di conoscere usi, costumi
                                            autunnali?                          e disponibilità dell’epoca.
                                            Le labbra sono un riccio di ca-     Si  parte  dai  graffiti  preistorici
                                            stagna,  il  mento  un  melogra-    raffiguranti  scene  di  caccia,  si
                                            no,  al  posto  della  guancia  ha  passa  dai  mosaici  pompeiani
                                            dipinto un fungo da cui pende  e  bizantini,  dalle  raffigurazioni
                                            un  fico,  i  capelli  sono  abbelliti  murali etrusche per arrivare fi-
                                            di acini d’uva e tralci di vite da  no alle tavole più famose del
                                            cui sporge una zucca. In que-
                                            sta rappresentazione, intitolata  Rinascimento  come  “L’ultima
                                            “L’Autunno”,  Giuseppe  Arcim-      cena”  (forse  la  scena  più  rap-
              Simona SANTARELLI             boldo,  ha  concentrato  l’essen-   presentata  nella  storia  dell’ar-
                                            za dell’autunno: colori e cibo.     te  occidentale)  ed  è  così  che
                                                                                il  cibo  nell’arte  ha  comunicato
                                            E certamente non è l’unico arti-    all’osservatore la “vita” dei pro-
                   Capitolo BNI Spoleto
                                            sta che si è lasciato ispirare dal  tagonisti del tempo: pane e le-
                                            cibo, infatti vivande e bevande  gumi  per  le  classi  più  povere
                                            sono da sempre fonte inesauri-      e dolci e selvaggina per quelle
                                            bile di ispirazione per gli artisti.   più abbienti; l’uso della forchet-
                                                                                ta o del colino nelle rappresen-
                                                                                tazioni murali etrusche o il ca-
                                                                                lice di vino e l’uovo augurio di
                                                                                rinascita per il defunto.


                                                                                Nel Rinascimento e nel baroc-
                                                                                co il cibo poi diventa l’unico pro-
                                                                                tagonista con le famose nature
                                                                                morte, pensiamo alla bellissima
                                                                                “Canestra di frutta” di Caravag-
                                                                                gio, a “La Cucina del Contadi-
                                                                                no” di Pieter Conelisz van Rijck
                                                                                a la “Natura morta con brocca
                                                                                di  peltro”  di  Conelys  Kruys,  al
                                                                                “Vaso scolpito con fiori” realiz-
                                                                                zato da Hieronymus Galle.

                                                                                Le “nature morte” diventano un
                                                                                vero e proprio soggetto pittori-
                                                                                co,  fondamentale  agli  studio-
                                                                                si per la conoscenza della sto-
                                                                                ria del periodo in cui sono state
                                                                                prodotti.

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